Idealismo

 Le radici dell’idealismo nella filosofia antica. Il primo uso filosofico del termine «idealismo» si deve a Leibniz (1646-1716) che lo impiegò per indicare la filosofia di Platone. Sebbene nella storia della filosofia il termine «idealismo» indichi solitamente un periodo che va dalla fine del Settecento ai primi decenni del secolo successivo, la filosofia idealista ha in realtà una estensione storicamente ben più ampia. Pur riconoscendo che l’idealismo tedesco di Hegel, Fichte e Schelling rappresenta forse la sua massima consistenza teoretica, tale corrente filosofica non può confinarsi in questo solo periodo, trattandosi di una visione gnoseologica che percorre in modo trasversale, pur con diversità di sfumature, tutta la storia del pensiero filosofico occidentale.

L'idealismo è una corrente filosofica che

nasce in Germania. tre principali esponenti sono Fichte, Shelling e Hegel.

L'idealismo è l'espressione sul campo filosofico del Romanticismo (fine '700 -

inizio '800), del quale condivide e sviluppa due temi, la natura e l'infinito.

Per questi motivi segna una vera e propria svolta rispetto a Kant, perché egli aveva elaborato una filosofia del limite, cioè del finito, mirata a delineare i limiti della ragione umana.

L'idealismo rigetta tutto questo, non condivide questa frattura.

Secondo alcuni l'idealismo nasce per dimostrare l'inattendibilità del dualismo

Kantiano e superarlo; riesce a farlo facendo del soggetto (lo spirito) un'attività creatrice, infinita e libera: creatrice perché è all'origine di tutto; infinita e libera perché essendo causa di tutto al di fuori di se non esiste qualcosa che possa limitarla, ed esiste in maniera autonoma dal soggetto stesso.

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